Nome latino: Calendula officinalis L.

Famiglia: Asteraceae

Parte utilizzata:  Foglie e sommità fiorite

Proprietà principali:  antinfiammatoria, antisettica, cicatrizzante; antispasmodica, emmenagoga; coleretica

Impiego terapeutico: 

Calendula: Proprietà e usi cosmetici

Tutti conoscono la Calendula soprattutto per i suoi bei fiori di un giallo arancio molto luminoso. Il nome deriva da Calendae: il primo giorno del mese e ne indica l’abbondante fioritura in ogni mese dell’anno. In passato è stata spesso confusa con il Tarassaco e con la Cicoria, piante con le quali condivide l’eliotropismo (caratteristica comune di molte Asteraceae): i suoi fiori infatti seguono il corso del sole. I Latini la chiamarono solsequium = che segue il sole, perché i fiori sbocciano quando splende e sono sempre rivolti verso di esso fino a chiudersi al tramonto. Dal termine latino deriva la forma contratta sosli-soulsi e infine souci, nome francese della Calendula. Alla pianta sono riconosciute principalmente funzionalità emollienti, lenitive, rinfrescanti e riepitelizzanti: il suo impiego è volto soprattutto a trattare pelli secche, delicate e facilmente arrossabili. L’uso (topico) oltre a migliorare l’elasticità e il trofismo cutaneo, rendendo la pelle più resistente agli insulti meccanici, è indicato nel trattamento di infiammazioni, eczemi, bruciature, ulcerazioni (ulcere varicose) ecc., per facilitare e favorire il processo di epitelizzazione.

Dosaggio:

Calendula Cenni storici:


Fonte: Dizionario di Fitoterapia e Piante medicinali - Campanini

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